oceani di pannelli tra le montagne: il fotovoltaico in cina come non l’hai mai visto

Se pensi al fotovoltaico come a qualche pannello su un tetto, è il momento di allargare l’orizzonte.

Nelle distese aride della Cina nord-occidentale, l’energia solare ha preso una forma spettacolare: intere montagne e deserti ricoperti da milioni di moduli fotovoltaici, in progetti così grandi da essere visibili dallo spazio. Le immagini satellitari sembrano tratte da un film di fantascienza: onde nere e blu che si estendono per decine di chilometri, seguendo la forma delle colline, adattandosi al paesaggio e trasformando il nulla in potenza elettrica.

È qui che si sta giocando una delle partite più ambiziose della transizione energetica globale.


La Cina, spesso al centro di critiche ambientali, sta diventando anche il più grande laboratorio a cielo aperto di energia rinnovabile del mondo. E proprio questi impianti “monumentali”, incastonati tra montagne e deserti, raccontano molto di cosa ci aspetta nel futuro dell’energia.

1. Tengger Desert solar park (Ningxia)

Conosciuto come la “Grande Muraglia Solare”, questo parco è uno dei più estesi al mondo.

  • Capacità installata: circa 1.500 MW
  • Superficie coperta: oltre 1.200 km²
  • Particolarità: è integrato in un piano di rigenerazione ambientale. I pannelli riducono l’evaporazione del suolo, contrastando l’avanzata del deserto del Tengger.
  • Effetto visivo: una distesa scura ondulata che si perde a vista d’occhio, seguendo il profilo sabbioso del territorio.

2. Midong solar base (Xinjiang)

Attualmente in fase di completamento, è destinato a diventare il più grande impianto fotovoltaico del mondo.

  • Capacità prevista: 3.500 MW
  • Localizzazione: regione di Ürümqi, Xinjiang
  • Tecnologia utilizzata: moduli bifacciali su tracker solare, ottimizzati per massimizzare la produzione in un’area ad alta irradiazione.
  • Innovazione: grazie al clima secco e alle ampie superfici disponibili, il progetto utilizza layout a “strisce” che seguono i rilievi naturali, riducendo il consumo di suolo utile.

3. Kubuqi desert solar farm (Mongolia interna)

Un esempio perfetto di simbiosi tra fotovoltaico e ripristino ambientale.

  • Capacità stimata: 2.000 MW (con espansioni in corso)
  • Obiettivo: trasformare il deserto in una risorsa, rallentando la desertificazione.
  • Progetto associato: integrato con agrivoltaico e riforestazione. Le file di pannelli forniscono ombra e microclima per colture resistenti e arbusti riforestanti.
  • Impatto sociale: creazione di migliaia di posti di lavoro locali e nuova economia green.

4. Huanghe Hydropower Hainan solar park (Qinghai)

Un complesso fotovoltaico di nuova generazione, che unisce energia solare e smart grid.

  • Capacità installata: oltre 2.200 MW
  • Sistema di accumulo: include una delle batterie più grandi al mondo per la stabilizzazione della rete elettrica.
  • Riconoscimenti: premiato come uno dei progetti più avanzati in termini di digitalizzazione dell’energia rinnovabile.
  • Curiosità: collegato direttamente alla rete UHV (Ultra High Voltage), in grado di trasportare energia su migliaia di chilometri fino ai grandi centri urbani della costa.

5. Dalate solar base (Mongolia interna)

Un impianto più recente, ma in rapido sviluppo.

  • Capacità attuale: 1.000 MW, con piani di raddoppio entro il 2026
  • Strategia: massima integrazione tra produzione e accumulo
  • Posizione: in un’area montuosa, i pannelli sono installati su pendii con inclinazioni variabili per adattarsi al territorio senza grandi movimentazioni del suolo.

6. Yunxi solar farm (Hubei)

Un impianto spettacolare installato lungo i versanti montuosi della contea di Yunxi, nel centro della Cina.

  • Capacità installata: circa 1.000 MW
  • Localizzazione: provincia di Hubei, area montuosa e verdeggiante
  • Configurazione: pannelli montati a terrazze sui pendii, seguendo le linee naturali del terreno
  • Benefici ambientali: previene l’erosione del suolo e integra la produzione energetica con la riforestazione
  • Impatto visivo: una "cascata" di moduli solari che scende tra le valli, creando un effetto ipnotico e altamente fotogenico

Impatto ambientale e sociale: il lato (quasi sempre) positivo della rivoluzione solare

Quando si parla di impianti fotovoltaici su larga scala, soprattutto in ambienti estremi come deserti o altopiani montani, è importante analizzare non solo la produzione energetica, ma anche cosa succede all’ecosistema e alle comunità locali. In Cina, molti dei progetti che abbiamo visto non sono semplici "campi solari", ma vere e proprie operazioni di rigenerazione ambientale e sviluppo territoriale.

Rigenerazione dei territori degradati

Uno degli aspetti più innovativi è la riqualificazione delle zone desertiche. Impianti come quello del deserto di Kubuqi o del Tengger non solo producono energia pulita, ma:

  • bloccano la desertificazione grazie all’ombreggiamento del suolo;
  • favoriscono la ricrescita della vegetazione tra le file di pannelli;
  • migliorano il microclima, riducendo le escursioni termiche e l’erosione eolica.

Alcuni studi pubblicati dal CAS (Chinese Academy of Sciences) hanno evidenziato un aumento di biodiversità in aree precedentemente sterili, con il ritorno di insetti impollinatori e piccoli mammiferi.

Impatto sociale positivo: lavoro e infrastrutture

La transizione solare in Cina è anche una macchina per la creazione di lavoro. Solo nel 2023, l’industria fotovoltaica ha generato oltre 2,5 milioni di posti di lavoro, secondo dati della China Photovoltaic Industry Association.

In molte aree rurali, gli impianti solari:

  • hanno portato nuove strade e infrastrutture;
  • garantiscono reddito stabile a migliaia di famiglie impiegate nella manutenzione e gestione;
  • stimolano attività connesse, come la coltivazione agricola in ambiente agrivoltaico o la pastorizia controllata.

Rischio ambientale? sì, ma sotto controllo

Ovviamente, non tutto è perfetto. Alcune ONG cinesi hanno sollevato dubbi su:

  • impatti visivi in aree turistiche di pregio paesaggistico;
  • gestione dei rifiuti legati alla produzione e smaltimento dei pannelli;
  • scarsità d’acqua per la pulizia in aree desertiche.

Tuttavia, la maggior parte dei progetti include valutazioni ambientali preventive e sistemi di compensazione ecologica. Inoltre, la Cina ha avviato protocolli di riciclo per il fine vita dei pannelli (RAEE), ispirati alle linee guida europee.

Cosa può imparare l’Italia dal modello cinese

La Cina corre, e non solo in termini di numeri. Il suo approccio strategico, centralizzato e lungimirante all’energia solare offre spunti utili anche per un paese come l’Italia, che ha potenzialità enormi ma spesso si scontra con limiti strutturali e burocratici.

1. Pensare in grande (anche in piccoli spazi)

L’Italia non ha gli stessi deserti del Gansu o dell’Inner Mongolia, ma può:

  • sfruttare aree industriali dismesse, discariche, tetti di capannoni;
  • puntare sull’agrivoltaico intelligente, senza sottrarre terreno all’agricoltura;
  • incentivare i comuni montani o collinari a ospitare impianti con basso impatto visivo e ad alta resa.

In Cina, molte aree marginali sono diventate hub energetici: anche in Italia i territori “in attesa di idee” potrebbero trasformarsi in poli sostenibili.

2. Ridurre la burocrazia e semplificare l’accesso agli impianti

La Cina ha potuto costruire progetti da gigawatt in tempi rapidissimi grazie a:

  • piani centralizzati e autorizzazioni semplificate;
  • standard tecnici unificati;
  • una filiera industriale interna che velocizza tutto.

In Italia, i tempi di approvazione per un impianto medio possono durare mesi (o anni). Serve un cambio di passo, soprattutto se vogliamo raggiungere i target del PNIEC e sfruttare gli incentivi europei.

3. Fare sistema tra pubblico, privato e comunità locali

Uno degli aspetti più interessanti dei progetti cinesi è la collaborazione tra governo, aziende energetiche e popolazioni locali. In Italia si potrebbe fare di più:

  • attivando comunità energetiche rinnovabili con impianti condivisi;
  • coinvolgendo attivamente i cittadini e gli agricoltori;
  • rendendo trasparenti i ritorni economici, ambientali e sociali per i territori.

☀️ Le immagini che arrivano dalla Cina ci mostrano un futuro che è già realtà: deserti, montagne e intere province trasformate in centrali solari. Paesaggi immensi, scolpiti dal sole e dall’ingegno umano, capaci di produrre energia pulita su scala mai vista prima. Un esempio concreto e visibile di cosa significhi investire davvero nella transizione ecologica.

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